Comunicare è un’esigenza naturale di ogni essere vivente, è base delle relazioni sociali di un gruppo. Ciò che caratterizza la comunicazione è l’intenzionalità di un emittente di trasmettere informazione a un destinatario per mezzo della condivisione di un codice.La specie umana usa la lingua, cioè un sistema in cui l’informazione è codificata in modo simbolico, per comunicare, ma esiste anche la possibilità di non adoperare il linguaggio. Pensiamo ai gesti che usiamo durante uno scambio verbale che ci consentono di aggiungere, rafforzare il significato delle nostre parole, oppure alle espressioni del volto, degli occhi con le quali facciamo trasparire le nostre emozioni. Inoltre, la comunicazione mediante uso di simboli non è prerogativa esclusiva dell’uomo. Molte specie animali comunicano con sistemi anche molto complessi, pensiamo alla “danza delle api”, ma non possiamo dire che presentino delle capacità linguistiche. Il linguaggio è importante per la comunicazione, ma le due capacità non si identificano e non vanno confuse.Ciò che rende speciale la lingua umana, tanto da differenziarla dai diversi e molteplici sistemi comunicativi simbolici umani e non, è la sua produttività e creatività. Il sistema linguistico consente di comporre un numero pressoché infinito di messaggi combinando, sulla base di regole specifiche, un numero ristretto di elementi. Questa possibilità combinatoria si attua su due livelli: un livello è costituito da unità minime prive di significato, i suoni, che combinandosi tra di loro danno luogo a unità di livello superiore dotate di significato: le parole. I parlanti di una lingua conoscono un numero limitato di parole (il lessico) e un numero limitato di regole (la sintassi), ma sono in grado di applicare queste regole per ordinare le parole in modo da generare un numero infinito di sequenze o frasi. Queste combinazioni ci permettono di dire e capire idee, pensieri, emozioni di complessità illimitata.Sono stati identificati diversi livelli in cui il sistema linguistico è strutturato e per ciascuno di essi vi sono regole differenti e diverse unità di analisi. Le componenti del linguaggio sono quattro: fonologia, sintassi, semantica e pragmatica.
La fonetica e la fonologia
Sono le discipline che si occupano dei suoni linguistici. Mentre la fonetica è lo studio dei suoni linguistici intesi come eventi fisici (i foni), la fonologia è lo studio delle rappresentazioni astratte, dell’aspetto mentale dei suoni linguistici (i fonemi). La fonologia si occupa della competenza che un parlante ha del sistema dei suoni che permette di trasmettere significato. Il fonema è la più piccola unità sonora a cui i parlanti attribuiscono un valore distintivo, ovvero, la cui funzione è quella di distinguere una parola da un’altra (ad esempio, pane, cane, rane,…). I suoni che risultano rilevanti per formare e distinguere le parole di una lingua vanno a costituire il repertorio fonemico di quella lingua. La fonologia si occupa di studiare anche il modo in cui i segmenti di una lingua si possono combinare per formare le sillabe. (Vedi la sezione Guide, Le strutture del linguaggio: un’introduzione alla fonologia)
La semantica
Studia gli aspetti della lingua relativi al significato delle parole (semantica lessicale) e delle frasi (semantica proposizionale). Il lessico è uno degli ambiti in cui si esplica la semantica e può essere definito come l’insieme delle parole per mezzo delle quali i membri di una comunità linguistica comunicano tra di loro. Può continuamente arricchirsi, nella misura in cui si trovano nuovi modi per esprimere significati. Quando riconosciamo una parola estraiamo dal lessico molte informazioni: ad esempio, se la parola è un nome, un verbo o un aggettivo; se il nome è femminile; il suo significato e le sue caratteristiche fonetiche (Vedi nel Dizionario, Lessico mentale).
La grammatica si divide in morfologia e sintassi.
La morfologia
La morfologia studia come sono fatte le parole, i principi e le regole che consentono di modificare la loro forma e significato. L’unità di analisi della morfologia è il morfema, cioè la sequenza minima di fonemi dotata di significato. Una parola è il risultato della combinazione di più morfemi (anche se, in qualche caso, la parola coincide con un unico morfema, si pensi, ad esempio, alle parole e, ma, il,…). I morfemi possono far parte della morfologia libera o della morfologia legata. La morfologia libera comprende quell’insieme di elementi grammaticali (funtori) che possono essere separati dagli elementi lessicali e vengono elencati distintamente nella grammatica (articoli, preposizioni semplici e articolate, pronomi, congiunzioni e connettivi). La morfologia legata è costituita da tutti quei morfemi che non possono essere separati dagli elementi lessicali cui si accompagnano (le flessioni dei verbi: tempo, modo, persona e numero; le flessioni dei nomi e degli aggettivi: numero e genere; i morfemi della morfologia derivativa che marcano l’appartenenza delle parole, ad esempio, bianco/imbiancare, o consentono di modulare il significato, ad esempio, giornale/giornalino).
La sintassi
E’ l’insieme delle regole che governano il modo in cui le parole sono combinate per formare una frase possibile in una data lingua. La sintassi dell’italiano contiene principi che spiegano perché una frase come “Paola mangia la torta” è corretta, mentre “Paola torta la mangia” non è una frase grammaticalmente accettata. Le regole della sintassi permettono il corretto ordinamento delle parole nella frase e possiedono un’organizzazione gerarchica. Sulla base di tre semplici principi, un numero finito di elementi lessicali può essere combinato in diverse proposizioni e queste stesse proposizioni possono costituire delle frasi: 1) le frasi consistono in una proposizione nominale più una proposizione verbale; 2) la proposizione nominale consiste in un articolo più un nome ed un aggettivo facoltativo o in un’intera frase relativa e svolge la funzione di soggetto della frase; 3) le proposizioni verbali consistono in un verbo con vari complementi. E’ la sintassi che dota il sistema linguistico della sua fondamentale proprietà, la produttività. Le lingue variano moltissimo a seconda di quanto fanno affidamento sulla morfologia o sulla sintassi per esprimere significati diversi. Ad esempio, l’inglese, diversamente dall’italiano, usa l’ordine delle parole, e molto poco la morfologia flessiva, come indizio regolare e affidabile del significato di una frase.
La pragmatica
Studia i meccanismi che permettono a parlanti e ascoltatori di risolvere le ambiguità, interpretare il linguaggio nel contesto verbale e non verbale. La conoscenza del linguaggio implica la capacità di utilizzarlo e di modularlo in funzione di differenti interlocutori e delle consuetudini dell’ambiente sociale.