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Sabato, 03 Novembre 2012 15:54

Disabilità e disagio scolastico

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L’AUTISMO A SCUOLA Il caso proposto nell’ elaborato è relativo ad un bambino di sei anni con diagnosi di autismo incontrato durante il mio percorso di insegnante di scuola dell’infanzia.

 

Descrizione sommaria del caso:

Età anagrafica del bambino: sei anni compiuti

Area motoria: adeguata all’età

Abilità cognitive: presenta un grave ritardo rispetto all’età cronologica

Abilità linguistiche: gravemente insufficienti

Abilità affettivo/relazionali: grave deficit delle competenze comuni

Abilità emotivo/relazionali: presenta comportamenti disorganizzati.

Adattamento al suo stile:

Il bambino è seguito dalle insegnanti di sezione per l’intera giornata, le quali collaborano con l’insegnante di sostegno presente in classe per dodici ore la settimana e con la neuro-psichiatra la quale segue il bambino con terapie specifiche.

Come insegnanti  ci siamo poste sin dall’inizio dell’anno scolastico come mediatori del suo comportamento con varie strategie educative.

Assieme abbiamo cercato di “accompagnarlo” nelle azioni di vita quotidiana e a comprendere per quanto sia possibile la strutturazione della classe con degli spazi adeguati.

Gli ambienti e i materiali proposti sono stati tutti contrassegnati da un cartoncino raffigurante un simbolo dove lui visibilmente potesse indicare la sua preferenza e manifestare la sua volontà.

Il bambino non presenta un grado di attenzione molto prolungato e spesso vengono programmate attività individualizzate in diversi ambienti.

Integrazione con i compagni

Si propongono al bambino attività di cooperazione con i singoli compagni e successivamente con un gruppo più ampio.

Dimostra interesse solo per pochi bambini e cerca di imitare i loro spostamenti.

All’interno della classe dimostra più interesse per i giochi da tavolino dove Lui è attratto visivamente (puzzle).

In classe nel gioco a tavolino, agisce individualmente parlando con se stesso e il più delle volte in modo incomprensibile.

Spesso senza motivo, ha degli attacchi di ira apparentemente ingiustificata e quando l’educatrice gli parla ha difficoltà ad ascoltare e soprattutto ad instaurare un contatto visivo con chi gli sta’ parlando.

All’interno della classe agisce a volte, con movimenti stereotipati (mordere le mani, sbattere).

Il suo modo di rapportarsi è molto incostante, alterna periodi tranquilli dove sembra condividere, ad altri molto turbolenti.

Spazi per i suoi bisogni

All’interno della sezione il bambino ha un suo spazio ben strutturato, ma essenzialmente attraverso l’uso di cartoncini figurati comunica il luogo dove vuole andare e quello dell’attività che vuole svolgere: ad esempio in mensa, con l’utilizzo di questi cartellini, comunica i suoi bisogni primari (acqua, pane e frutta), e in questo caso l’insegnate associa all’immagine del cartellino la parola che regolarmente il bambino ripete.

Coerenza di intenti

Il team insegnanti è molto unito nel metodo da condividere, e  dimostra di accettare in eguale modo, le persone che si occupano di lui. L’atteggiamento posto è quello di sostenere un rinforzo positivo (incoraggiamento), e di scoraggiare i comportamenti inadeguati.

Il nostro obiettivo è stato quello di favorire l’interazione e la comunicazione e di trovare per Lui delle modalità di intervento più efficaci.

Esprime con le persone emozioni in modo distinto e chiaro:

emette grida di gioia, ma anche grida di rabbia, oppure urla di disapprovazione.

Ricerca a volte il contatto fisico, scambia sorrisi e sguardi gioiosi.

Quando si trova in difficoltà prende per mano chi gli sta’ vicino senza distinzione.

Emergenza

Ha dei momenti di crisi molto intense, talvolta anche in più momenti della giornata.

L’insegnante che gli è vicino in questi momenti, generalmente lo abbraccia, anche se Lui aumenta in questo caso il Suo stato d’animo, fino ad esaurire le Sue forze.

A volte in questa situazione, quando la crisi continua, viene allontanato dalla classe per distrarlo e creare in Lui un altro interesse.

Lavoro di squadra

Il lavoro presentato al bambino è sempre stato svolto in  modo unitario e il compito mirato delle insegnanti è stato quello di approfondire in modo personalizzato, il Suo approccio percettivo e calare ogni situazione nel vissuto concreto, attraverso l’immagine e l’oggetto.

L’obiettivo con il bambino è di un lavoro individualizzato, è stato quello di fruire di un contesto comunicativo più efficace, e di rendere il contesto operativo semplificato e quindi più eseguibile.

Computer

Al bimbo viene proposta questa attività sia a casa sotto la guida dei genitori, sia durante le terapie con la specialista e anche alla scuola dell’infanzia.

E’ attirato da questo strumento e presta molta attenzione per le immagini.

I contenuti di questa attività sono svariati:

  •  ricomposizioni di immagini (puzzle)
  •  ricostruzione del corpo umano
  •  associazione di colori
  •  approccio semplice alla quantità
  •  giochi di percorsi e labirinti
  •  abbinamenti con le letterine

Continuità 

Sono stati programmati con la scuola elementare degli incontri per far conoscere all’alunno l’ambiente e gli spazi che incontrerà.

Il bambino è stato presentato alle future insegnati ed è stato analizzato il PEP che ha accompagnato il bambino alla scuola dell’infanzia.

Riflessioni di gruppo

Ci siamo resi conto che trattando un caso così delicato come è quello dell’autismo, che la strategia più importante è di adattare l’ambiente rendendolo il più possibile personalizzato. Il contesto dove vive un bambino con questi problemi deve essere concentrato sulla chiarezza visiva. E’ necessario che si agisca con determinazione, negando e incoraggiando nella giusta misura,

Letto 3031 volte Ultima modifica il Sabato, 01 Dicembre 2012 09:09

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