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Sabato, 21 Luglio 2012 21:10

Siamo tutti amici

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Quanti bambini stranieri ci sono nella vostra classe? Conosco scuole, in tutta Italia, che hanno decine  di etnie diverse. Questo vuol dire non solo una lingua differente, uno scoglio facile da superare perché i bambini imparano in fretta l’italiano, ma usi, costumi e tradizioni a noi sconosciuti. In questa situazione c’è vera socializzazione,  nascere sincera amicizia, un intrecciarsi di solidi legami tutto grazie ad  un vero scambio di culture.

Vuol dire conoscere che giochi si fanno in ogni  paese? Che lavoro fanno i genitori? Che storie si raccontano? Come sono le  preghiere? Che cosa si mangia? Quali feste si celebrano?

Una proposta  concreta per un progetto di intercultura: un calendario universale che si può compilare in ogni classe, dove ogni alunno indica le sue date importanti. Anche le nostre. E quel giorno le mamme e i papà (e anche noi) andranno a scuola a raccontare che significano e come si celebrano nel paese d’origine. E se le feste cadono d’estate, saranno il tema di un incontro importante alla fine o all’inizio dell’anno scolastico. Si parlerà di sacerdoti, imam e di rabbini, di monaci buddisti e di animismo africano e, così i nostri figli capiranno perché un compagno è circonciso o non mangia la carne di maiale. Si parlerà di musiche di danze e di costumi colorati. Saranno feste di unificazione in cui ogni bambino si sente riconosciuto. E se poi regaliamo alla maestra un mappamondo su cui fissare delle bandiere per ogni paese rappresentato in aula lo sforzo d’integrazione sarà completo. Su quell’universo rotondo siamo tutti uguali e da tutti si può imparare.

Letto 3441 volte Ultima modifica il Sabato, 01 Dicembre 2012 09:12

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