Vuol dire conoscere che giochi si fanno in ogni paese? Che lavoro fanno i genitori? Che storie si raccontano? Come sono le preghiere? Che cosa si mangia? Quali feste si celebrano?
Una proposta concreta per un progetto di intercultura: un calendario universale che si può compilare in ogni classe, dove ogni alunno indica le sue date importanti. Anche le nostre. E quel giorno le mamme e i papà (e anche noi) andranno a scuola a raccontare che significano e come si celebrano nel paese d’origine. E se le feste cadono d’estate, saranno il tema di un incontro importante alla fine o all’inizio dell’anno scolastico. Si parlerà di sacerdoti, imam e di rabbini, di monaci buddisti e di animismo africano e, così i nostri figli capiranno perché un compagno è circonciso o non mangia la carne di maiale. Si parlerà di musiche di danze e di costumi colorati. Saranno feste di unificazione in cui ogni bambino si sente riconosciuto. E se poi regaliamo alla maestra un mappamondo su cui fissare delle bandiere per ogni paese rappresentato in aula lo sforzo d’integrazione sarà completo. Su quell’universo rotondo siamo tutti uguali e da tutti si può imparare.